Spesso, prima di scegliere la meta di una vacanza, si pensa all’hotel dove si vorrebbe soggiornare. Idee e fantasie si susseguono alla ricerca di uno dei tanti alberghi particolari presenti in Italia. Sarebbe perfetto riuscire a far collimare nella scelta la bellezza del posto, il comfort di un albergo magari in posizione centrale e la ricchezza culturale di città e dintorni. Palazzo Piccolomini rappresenta la sintesi di tutto ciò.
Orvieto è una delle mete più quotate per gli amanti di arte e archeologia. Nonostante si tratti di una città non molto grande, è in grado di offrire vere e proprie perle di produzione artistica a vario titolo.
Una doppia esperienza: la prima in albergo
L’Hotel Palazzo Piccolomini avvolge il cliente in un’atmosfera straordinariamente accogliente, ideale se ci si chiede dove dormire in un posto insolito. Un’accoglienza che non fa capo soltanto ai tanti comfort offerti dalla struttura, ma anche al suo pregio storico-artistico. Tutelato dalle Belli Arti, il Palazzo è appartenuto alla famiglia papale dei Piccolomini dalla fine del XVI secolo fino al 1905, anno della morte della Contessa Maria Cristina Piccolomini.
Per chi sceglie di dormire a Orvieto e di soggiornare a Palazzo Piccolomini, possiamo a buon merito parlare di un viaggio nel viaggio: dall’elegante facciata che domina Piazza Ranieri fino ai locali sotterranei scavati nel tufo, ci si perde letteralmente nella meraviglia di linee essenziali e contemporanee.
Una doppia esperienza: la seconda al Museo Archeologico nazionale di Orvieto
Il Museo archeologico nazionale di Orvietoè allestito al piano terra del palazzo medioevale Martino IV, uno dei tre palazzi papali alle spalle del duomo di Orvieto. Per chi opta per un soggiorno in Umbria esso rappresenta un punto di interesse notevole nonostante le dimensioni ridotte. Nelle sue sale si possono osservare i reperti archeologici delle necropoli nei pressi della città.
Uno dei punti di forza di questo museo è che chiunque, dai neofiti agli esperti, si approccia con disinvoltura all’osservazione dei materiali che raccontano il mondo etrusco. Basti pensare alla ricostruzione delle due Tombe Golini risalenti al IV sec. A.C., con affreschi dove sono raffigurati dei, musici e servi nell’aldilà durante il banchetto per un defunto, tema usuale dell’epoca. Molto apprezzato anche il rhytòn, un curioso boccale da libagione, a vernice nera e a forma di testa di ariete.
Una nota merita anche la panoplia, l’armatura di bronzo strutturata a scopo difensivo: la pesante corazza era atta a proteggere il petto ed il ventre dagli schinieri, dall’elmo e dallo scudo bronzeo.